
Esistono persone che, in grazia al loro contributo umanistico, non possono non essere piante nel momento in cui ci dicono addio.
Grandi scrittori, disegnatori, musicisti, cantanti, attori, registi... i quali, sebbene mai incontrati di persona in tutta la propria esistenza, sono riusciti, con il proprio lavoro, il proprio impegno in quanto per loro stessi innanzitutto passione, a influenzare le nostre vite, a esserci vicino molto più di molte altre persone a noi più o meno fisicamente prossime.
Quando una di queste persone viene a mancare, uno di questi grandi Maestri ci lascia per sempre, si è soliti rimpiangere la mancata occasione di averli incontrati, fosse semplicemente mischiati in una grande folla a una qualche manifestazione pubblica, fosse, altresì e meno banalmente, per un contatto maggiore, un caffé insieme, quattro chiacchiere e, chissà, magari un'amicizia.
Oggi l'umanità, e l'Italia in particolare, ha irrimediabilmente perduto un altro di questi grandi uomini, un nome che spero nessuno entro i confini del nostro Paese possa permettersi di ignorare. E io, che pur all'inizio non desideravo credere a tutto questo, e che mi sono sentito serrare la gola per il dispiacere di simile notizia, non ho invidiato coloro che hanno avuto la possibilità di conoscere personalmente Sergio Bonelli a.k.a. Guido Nolitta. Perché, se già tanto è il senso di smarrimento che provo innanzi a una simile, tragica notizia, impossibile è per me immaginare lo stato d'animo di chi ha avuto un rapporto reale con lui, con chi ha avuto occasione di conoscerlo come persona, e non solo come un grande autore e un grande editore italiano.
A mr. Bonelli tutta la mia gratitudine per i sogni che ci ha voluto donare in questi lunghi, lunghi, lunghi anni.
E a tutti coloro che hanno avuto la possibilità di godere della sua compagnia, il mio più sincero cordoglio per il loro dolore.
So long...